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Darbar India in Danza: dal 2 Ottobre al MAO Museo d’Arte Orientale di Torino

Parte il 2 ottobre “DARBAR India in Danza“, il Festival organizzato dal MAO Museo d’Arte Orientale con la direzione artistica di Antonella Usai, che si inserisce nella consolidata tradizione della rassegna Darbar, innovandola con focus sulla danza. Una rassegna itinerante che fino al 2 novembre propone un mese di spettacoli, conferenze, attività nelle diverse sedi degli enti che hanno aderito all’iniziativa: la Lavanderia a Vapore di Collegno, dove si svolgeranno gli spettacoli serali di danza; il Centro Studi Sereno Regis per la proiezione di video e documentari; le Associazioni Ginger Company e Multikulti per i workshop di danza, l’Università degli Studi di Torino per gli incontri di approfondimento. DARBAR India in Danza si propone di far conoscere alcuni dei più affascinanti stili di danza classica indiana: il Kathak originario del nord dell’India, l’Odissi legato all’Orissa e il Bharatanatyam originario del Tamil Nadu, nel sud dell’India. A tal scopo sono stati invitati alcuni artisti eccellenti – Sanjukta Sinha, Sangeeta Isvaran, Lingaraj Pradhan, Sanjukta Dutta – che ben rappresentano la preziosa capacità di rimanere fedeli alla tradizione mantenendola viva e collegata al tempo presente. Durante gli appuntamenti verrà ricreato quel contesto originario che ha nutrito da sempre le antiche tradizioni coreutiche indiane mettendo in luce la relazione tra arti performative e arti visive e, più in generale, tra pensiero filosofico e pratica corporea. La danza classica indiana, come ben sottolinea la studiosa Kapila Vatsyayana, rappresenta infatti una sorta di “arte totale” al cui interno confluiscono non solo il  teatro e la danza, ma anche la letteratura, la pittura, la scultura, la musica. La rassegna DARBAR India in Danza si inserisce volutamente tra due celebrazioni importanti: la nascita del Mahatma Gandhi e la ricorrenza di Divali, la festa delle luci, a sottolineare il legame che da sempre unisce danza e ritualità, con l’auspicio che l’arte ancora e sempre possa guidarci dall’ombra dell’ignoranza verso la luce della consapevolezza.

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