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Terre del Primitivo: un’esperienza da vivere in Puglia

Quando avete bisogno di ritrovare voi stessi, fate un salto in Puglia. Qui ad attendervi la genuinità della gente e luoghi che vi conquisteranno per la semplicità e il buon mangiare. Nello specifico, reduce da un educational tour con il Comune di Erchie (Br) di 48 ore, ho avuto modo di conoscere e apprezzare comuni di cui conoscevo solo il nome nonostante le mie origini pugliesi: Manduria, Avetrana, Lizzano, Maruggio, Torricella, Sava, S.Marzano di S. Giuseppe, Fragagnano, Erchie, Oria, Torre Santa Susanna. Tutti questi comuni (11) sono racchiusi nel Gruppo di Azione Locale “Terre del Primitivo” , una società consortile a responsabilità limitata a cui si aggiungono sessantadue soci privati (organizzazioni professionali e di categoria, associazioni, soggetti economici). La strategia, si legge sul sito ufficiale, è quella di “avviare la messa in opera di un insieme complesso, diversificato e integrato di azioni volte a costruire e diffondere una chiara e riconoscibile identità dell’area legata alla produzione del Vino Primitivo, promuovendo qualità e innovazione, aggregazione e accesso al mercato, integrazione e qualificazione dell’offerta turistica enogastronomica”.

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Tante le cose che meritano la vostra attenzione. Ad iniziare da Oria. Passeggiando nel centro storico vi imbatterete nella Porta Manfredi (di stile tardo barocco) eretta da Michele III Imperiali nel 1727, nel Palazzo Martini Carissimo (sede del Museo di documentazione Messapica), nella Cripta delle Mummie (sotto la Cattedrale) con 12 mummie poste in verticale su sostegni, ognuna all’interno di una nicchia e nella Oria Ebraica che conserva la Porta degli ebrei con la statua dell’Immacolata  (XVI sec.) posta alla sommità e la Stele conservata nella biblioteca comunale (si tratta di un cippo funerario in calcare tenero con sei versi). Finito il tour di Oria, recatevi ad Erchie, un paese che deve il nome al mitologico Heracle e famoso per il culto delle sante Irene e Lucia. A quest’ultima è dedicato un santuario che sorge su una fonte taumaturgica e che attira tanti pellegrini in cerca di miracolo. Il culto, si racconta, ha avuto inizio dalla sosta che qui ebbero le spoglie della martire nel 1809, anno in cui il generale dell’esercito bizantino Maniace le portò da Siracusa a Costantinopoli, per farne dono all’Imperatrice Teodosia. Segnatevi una data: 5 giugno. In paese si svolge la festa patronale di Sant’Irene che culmina con lo spettacolo dei fuochi d’artificio dopo la processione. Tutti con il naso all’insù, a meravigliarsi come i bambini.

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E poi andate a Brindisi e fermatevi al ristorante “Al Pontile” a degustare il pesce fresco appena pescato oppure a Mesagne da Giudamino (sublime la proposta di antipasti) o andate a degustare il vino di San Marzano Cantine, cooperativa che si dedica soprattutto a due grandissimi vitigni rossi pugliesi  (il Primitivo e il Negroamaro) e che produce anche passiti, con l’ottima variante del Primitivo Passito, i rosati e vini bianchi di spessore. Puglia mon tresor, ma io quanto ti amo?

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